La giornalista marocchina Hanane Bakour rischia fino a tre anni di carcere e una multa per essere stata accusata di “pubblicare notizie false utilizzando mezzi elettronici che danneggiano la vita privata”. Il Marocco sta mostrando sempre più la sua intolleranza verso le critiche al sistema politico. Bakour aveva scritto un post sul suo account Facebook, dichiarando che l’elezione del nuovo presidente del consiglio del partito nella regione di Guelmim-Oued Noun era stata irregolare. La giornalista è stata processata a sua insaputa. Secondo le norme internazionali, ogni limitazione del diritto alla libertà e di espressione dovrebbe essere prevista da una legge chiara e precisa. Le limitazioni generali e vaghe della libertà di espressione non soddisfano il criterio. Limitano, e talvolta criminalizzano, le forme legittime di espressione. Il taglio del becco all’espressione online e offline fa parte di una repressione continua del dissenso in Marocco.
Morocco: Journalist faces three years in jail for Facebook post
Journalist Hanane Bakour faces up to three years in prison and a fine. Accused of “publishing fake news by using electronic means that harm private life” “Morocco is increasingly showing its intolerance of criticism of the political system” Bakour had posted that the election of the new president of the party council in the region of Guelmim-Oued Noun, was flawed. She is being tried while free. According to international standards, any limitation to the right to freedom of expression should be provided by a clear and precise law. Broad and vaguely worded limitations on freedom of expression do not meet the test. They limit, and sometimes criminalize, legitimate forms of expression. Muzzling online and offline expression is part of an ongoing crackdown on dissent in Morocco.
Fonte amnesty.org